OGGI PARLIAMO DI UN NUOVO INDICATORE: il BES
Abbiamo in precedenza archiviato il PIL come un indicatore nato esclusivamente per misurare le prestazioni dell’economia di uno Stato. Ragionare solo in termini di PIL porta a spingere i consumi per rendere più efficiente la produzione e più remunerativi i capitali. Il PIL è dunque inadatto a considerare il benessere delle famiglie, delle persone, dei cittadini di uno stato.
Abbiamo pertanto preso in esame il BES, che sembra un indicatore più articolato e completo. Infatti, la sigla BES sta per Benessere Equo e Sostenibile.
Il BES viene calcolato e pubblicato dall’Istat a partire dal 2010 e comprende ben 153 indicatori diversi, raggruppati in 12 macroaree.
Proviamo a darne un’estrema sintesi:
Tra gli indicatori di benessere troviamo la natalità, la salute, l’istruzione, la sicurezza e la dignità del lavoro, il livello di criminalità, il tempo libero e lo sport, le relazioni sociali, insomma tutto ciò che dovrebbe determinare la qualità della nostra vita.
Tra gli indicatori di equità troviamo le diseguaglianze territoriali, sociali e di genere in relazione a reddito e proprietà, all’occupazione, alla retribuzione, alla speranza di vita, all’accesso ai servizi pubblici e all’istruzione.
Tra gli indicatori di sostenibilità troviamo la qualità dell’acqua e dell’aria, il livello di raccolta differenziata dei rifiuti, lo spazio destinato all’agricoltura, alle aree verdi ed ai parchi protetti, l’abusivismo edilizio, le emissioni di CO2, gli incendi boschivi, la perdita di biodiversità, le aree con rischi idrogeologici, la dispersione della rete idrica, l’energia prodotta da fonti rinnovabili.
Certamente un bel passo avanti rispetto al PIL.
Ci sembra tuttavia che il quadro non possa essere completo senza considerare l’attività svolta dalle comunità familiari. Queste comunità (figli, genitori, nonni, nipoti, zii…) sono il luogo dove la vita viene accolta, dove si apprendono il rispetto, la solidarietà, la responsabilità, il senso del bene comune, ma anche il luogo della cura quotidiana, della protezione e dell’assistenza.
Le comunità familiari (unitamente alle organizzazioni di volontariato) scambiano gratuitamente ogni giorno un enorme volume di beni e servizi. Si tratta di un immenso valore che, qualora non fosse erogato all’interno delle comunità, ricadrebbe in modo insostenibile sull’intera collettività.
Per avere un quadro chiaro e completo del benessere di un Paese, è a nostro avviso assolutamente necessario monitorare anche questo importante valore economico e sociale.