2.5 C
Milano
venerdì, Febbraio 14, 2025

Scuola, latino, Valditara e le prospettive a crescita zero.

Il ministro Valditara il 14 gennaio 2025  ha annunciato una revisione dei temi da presentare agli studenti nelle scuole elementari e medie di primo grado.  Molti hanno scritto e commentato mentre pochi invece hanno dato peso al processo in corso di dimensionamento della rete scolastica. 

Cosa è il processo di dimensionamento? 

Lo Stato deve provvedere al funzionamento delle scuole e le scuole sono edifici, più o meno grandi, che richiedono spese di manutenzione e di funzionamento. Ogni scuola è un centro di costo. Chi partecipa alla gestione delle scuole deve saper bene che vi è un bilancio economico che comprende tuttavia solo le spese di funzionamento delle attività svolte nella scuola, ma difficilmente i costi di gestione dell’edificio come il riscaldamento o la riparazione di danni alla struttura muraria o ai servizi comuni (bagni in primis).  Una volta erano le Province a coprire quelle spese riferendosi alle medie e si potevano trovare tracce dei problemi relativi consultando i loro bilanci. Laddove le Province sono state cancellate sussistono comunque nelle Regioni i relativi centri di costo e dove spiccano tra i più onerosi per la collettività quelli delle strutture scolastiche. 

Lo Stato ha tutto l’interesse a limitare i costi (3mila miliardi di euro di debito!) per cui se vi sono scuole in fase di diminuzione della popolazione scolastica queste, non appena possibile, vengono accorpate ad altre. E gli edifici riciclati.

A tutto ciò si collega il problema del personale docente: nelle scuole elementari del Novecento una maestra poteva avere tranquillamente una trentina di bambini in classe. Oggi nelle scuole elementari abbiamo mediamente 3 maestre che trattano materie diverse e il tempo prolungato, mattina e pomeriggio per un numero di bambini certamente inferiore.

Se diamo uno sguardo all’andamento demografico scopriamo che le previsioni circa la natalità in Italia sono in picchiata verso il basso. Tra il 2014 e il 2023 l’Italia ha perso circa un milione e 350.000 residenti. Uno scenario mediano comporta la previsione che entro il 2030 il nostro paese perderà altre 439.000 persone. Anziani? No. Giovani. La diminuzione della popolazione non è determinata dal morire degli anziani ma dalla diminuzione delle nascite.

Abbiamo sempre più anziani e sempre meno giovani.

La gestione della scuola deve fare i conti con questa realtà.

Abbiamo un  grande bisogno di immigrazione giovane e la scuola deve essere al centro dei processi di integrazione. I processi di integrazione non riguardano solo gli adulti ma i giovani. Quali giovani? I diciottenni? O i bambini e i ragazzi di tutte le età? La risposta corretta è la seconda. Devono imparare l’italiano. Ma noi dobbiamo imparare anche la loro storia, e loro la nostra. Buona parte del corpo docente è preparato per affrontare questa sfida? La risposta è: non tutto, qualcuno sì. 

I piani di dimensionamento in fase di attuazione prevedono la diminuzione dei dirigenti scolastici nei prossimi tre anni. Non si tratta di grandi numeri, regione per regione, ma comunque di un allineamento alla esigenza di diminuire gli importi richiesti per la gestione delle realtà della scuola.

Torniamo alle indicazioni del ministro Valditara: sembra guardare più che al futuro prossimo ad un passato che, pur non lontanissimo, è ormai passato. Evviva il ritorno del latino? Mi verrebbe da dire sì, evviva il ritorno del latino nella scuola media inferiore ma … 

Ma cosa? 

L’Italia sembra che sia in Europa e sembra che vi siano molte possibilità di lavoro comune delle scuole nei vari paesi: basterebbe che vi fosse una maggior attenzione alle competenze linguistiche del personale docente e del personale dei Comuni in cui si trovano le scuole. L’Inghilterra non è più nell’Unione Europea, ma l’inglese sì e domina la scena nelle comunicazioni, nelle scienze, nella tecnologia e nei Media.

Per partecipare attivamente ai vari progetti che si sviluppano in ambito europeo bisogna avere padronanza della lingua inglese, saper parlare al telefono, e qui la situazione generale in Italia non sembra ottimale anche nelle giovani generazioni, che di fatto sviluppano un “inglese” a proprio consumo che nulla ha a che fare con le esigenze di comunicazioni ufficiali. 

Valditara indica la volontà di tornare indietro per andare avanti, noi qui, io, indico invece la necessità di guardare al futuro per non andare indietro. 

Infatti ove mai si adottasse il latino come metodologia di ragionamento al quale la lingua stessa porta naturalmente nello studio, ci si dovrebbe chiedere se il “metodo latino” sia davvero quello utile per il futuro, o non convenga ragionare su quale sia il metodo di ragionamento da trasmettere alle generazioni future perché le stesse adottino le migliori soluzioni ai problemi del loro tempo. 

Ed infine, come Valditara, talvolta si affrontano tematiche complesse senza rendersi conto che le generazioni del novecento sbagliano di grosso se pensano che il loro passato possa essere modello per il futuro delle generazioni del XXI secolo.

Related Articles

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Stay Connected

167FansLike
23SubscribersSubscribe

Latest Articles