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martedì, Aprile 29, 2025

Scuola, école, school, Schule, etc

Ci sono molti modi per organizzare le scuole, la scuola italiana è differente da quella francese o inglese o tedesca o etc. Ci sono molti modi per comunicare e far presenti i nuovi orizzonti delle scuole, e i discorsi dell’attuale ministro dell’istruzione del governo italiano Giuseppe Valditara ne sono un esempio consultabile ad un indirizzo specifico del ministero della pubblica istruzione:

https://www.mim.gov.it/web/guest/discorsi

Provate. Questo modo di comunicare e diffondere il verbo del ministro consiste nella presentazione dei titoli dei discorsi seguiti da alcuni collegamenti: a Facebook, a X, al proprio strumento di posta elettronica. Si possono determinare errori di indirizzamento ma nel  complesso il tutto funziona abbastanza e si può accedere ad esempio ai discorsi registrati del ministro e messi a disposizione del pubblico su Youtube.

Ma la scuola è fatta dagli studenti e dagli insegnanti e da tutti coloro che ci lavorano, dai presidi, dai genitori, dai fondi a disposizione delle scuole, dai progetti su cui si fondano le possibilità di sperimentazione e di confronto, di costruzione del futuro, di collaborazione con le altre realtà scolastiche presenti in Europa. 

La possibilità di stabilire esperienze (preziose) con le scuole degli altri paesi europei è condizionata dalla necessità di usare l’inglese per attivare la partecipazione a progetti supportati dalla Comunità Europea. Quante sono le amministrazioni comunali in grado di supportare progetti internazionali con personale adeguatamente preparato? Non siamo in grado di rispondere a questa domanda, ma il timore è che siano poche le amministrazioni che hanno il privilegio di avere personale preparato in grado di parlare in modo fluente l’inglese. Di sicuro conosco solo l’esperienza della Scuola di Robotica di Genova, sempre impegnata nel rendere possibile la partecipazione a progetti europei di scuole e comuni offrendo loro assistenza specifica per la corrispondenza in inglese, altrimenti non possibile.

Poco male? No! Come pensate si possa costruire una Europa Unita, gli Stati Uniti d’Europa, se non considerando la preziosità di esperienze di collaborazione scolastica con gli altri stati?

Se si va a consultare la documentazione in linea della Comunità Europea si possono trovare alcuni documenti specifici che definiscono le politiche in atto. Ad esempio il seguente numero della Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea (versione italiana):

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:42018Y1218(01)

Il documento qui sopra La strategia dell’Unione europea per la gioventù 2019-2027

è una redazione pubblicata nel 2018 su un programma relativo ai giovani nella Comunità Europea fino al 2027 e si conclude con un riferimento all’impegno della Comunità di valutare e aggiornare il tutto nel 2024. Provate a cercare echi di quanto affermato in questo documento nei documenti resi disponibili dal governo italiano dal 2024.

Se trovate qualcosa potete ricorrere alla possibilità di aggiungere note a questo articolo scorrendo la pagina in cui questo vi viene presentato fino in fondo.

Di tutti i temi presentati in quel testo l’attenzione in questo articolo era, è, limitata alle possibilità di scambi tra le istituzioni scolastiche. L’esperienza mi suggerisce di essere assai prudente nell’indicare numeri relativi ad attività previste. Di sicuro l’impegno dovrebbe essere quello di facilitare e supportare al massimo iniziative delle scuole tese a stabilire scambi e collaborazioni con istituti negli altri paesi dell’Unione Europea.

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